martedì 7 ottobre 2008

Futbol Revolucion


Enric Gonzalez è u giornalista spagnolo nato a Barcellona nel 1959. E' sato corrispondente del quotidiano El Paìs da Londra, Parigi, New York, Roma.
Enric Gonzalez, come molti altri, pensa che il calcio sia qualcosa di più di un semplice gioco.
Pallone e bandiera
L’industrializzazione forsennata dell’Ottocento lasciò in eredità al secolo successivo due fenomeni di massa stranamente legati: il marxismo ed il calcio. Entrambi nacquero come prodotti dell’immigrazione urbana, della crisi del divino e, in fin dei conti, dell’alienazione del nuovo proletariato. Il marxismo proponeva come soluzione la socializzazione dei mezzi di produzione e l’egemonia della classe operaia; il calcio offriva un pallone, undici giocatori ed una bandiera. Ormai non ci sono più dubbi su quale tra le due fosse l’offerta più allettante.
Il successo del calcio non è dovuto al pallone o al giocatore, ma alla bandiera, un fattore di identificazione assolutamente irrazionale. E’ bene chiarire questo punto. Prima che le masse rimanessero orfane, lo sport ruotava intorno alla figura dell’eroe. Il grande sportivo era un modello di virtù e incarnava le aspirazioni collettive. Nell’Europa continentale le cose continuarono ad andare così per buona parte del Novecento.
E’ significativo che i due giornali sportivi più antichi d’Europa, La Gazzetta dello Sport (1896) ed El Mundo Deportivo (1906) siano nati per parlare di ciclismo. La regina dei sogni poveri era la bicicletta: L’eroe era un tizio magro che pedalava, curvo sul manubrio, immolando polmoni e fondoschiena sulle strade sterrate. Ma al ciclismo, per quanto ricco di metafore letterarie, mancavano le metafore sociali.
Quella era un’epoca di masse e non di individui, ed il ciclismo era incapace di esprimere elementi totemici come il clan, il tempio, la guerra, l’eternità. Tutte cose che, invece, si trovavano nel calcio.
Il calcio si basa sul clan (i tifosi), il tempio (lo stadio), la guerra (il nemico è la squadra dell’altro quartiere, dell’altra città, dell’altro Paese), e l’eternità (una maglia ed una bandiera di tradizione teoricamente gloriosa, che passano in eredità di generazione in generazione). Con il calcio non si è mai soli, il segreto del calcio è questo.
(Internazionale n. 760 - 5/11 settembre 2008)
Luca

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